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Fausto Zonaro è conosciuto come pittore ufficiale di corte dell’ultimo sultano di Turchia, e molti dei suoi dipinti si trovano tuttora in alcuni dei principali musei di Istanbul. Tra tutti, il Museo Militare e il Palazzo Imperiale. In questo breve articolo conosceremo tutte le informazioni essenziali sulla vita, la formazione e la poetica del pittore, e come richiedere una valutazione opera d’arte.

Fausto Zonaro: biografia, quotazione artista, formazione

Formatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Verona, si trasferì dapprima a Roma e successivamente a Napoli, i cui scenari vividi sono impressi nelle dipinti giovanili. Il periodo partenopeo segna per il pittore il primo vero contatto con un gruppo di artisti, da Michele Cammarano a Francesco Paolo Michetti, nonché Domenico Morelli, che Zonaro ricorderà come una delle figure fondamentali nella sua formazione.
Parte dei dipinti giovanili – presentati in numerose esposizioni da Torino alla stessa Napoli, passando per l’Esposizione Internazionale di Roma – sono purtroppo dispersi, e se ne ha notizia solo grazie alla stampa dell’epoca. A questo periodo, caratterizzato da un approccio al realismo e al naturalismo, ne seguirà un altro in cui le due correnti acquisiranno una prospettiva orientata alle tematiche sociali che la letteratura del tempo porterà all’attenzione dell’autore.
Alla paesaggistica si affiancano allora scene cittadine, mentre gli scenari bucolici vennero arricchiti dalla presenza di contadine che restituiscono una rappresentazione gioiosa della vita nei campi. Numerose, e considerate tra le più rappresentative dell’opera di Zonaro, sono poi le figure di lavoratori: Il saponaro, L’infilatrice di perle, Il banditore.

Fausto Zonaro e l’Oriente

Il trasferimento a Parigi, alla fine degli anni 80’ dell’800’, segna infine un mutamento della tecnica pittorica verso un tratto che rifletterà le influenze impressionistiche in termini di tratto e scelta del colore.
È ancora la letteratura a catturare l’attenzione del pittore sino a indurlo a decidere di spostarsi a Venezia e, dalla città dei dogi, progettare un periodo erratico in Oriente. Fondamentali in questa tappa della sua vita sono l’allieva Elisa Pante, che si muoverà per prima verso l’Asia e sposerà Zonaro proprio a Istanbul, e gli scritti di viaggio di Edmondo de Amicis.
Il mutato contesto consente all’artista di ripercorrere le tappe della sua formazione pittorica rinverdendone i tratti con nuovi scenari tanto bucolici che cittadini. È tuttavia il fasto ancestrale ed esotico a catturarne presto l’attenzione, come rivelano dipinti in cui la natura acquisisce una corporeità più ricca e vivace, e le scene cittadine evidenziano un netto contrasto tra le antiche leggi degli uomini della capitale turca e la fredda modernità parigina.
Sono soprattutto le vedute e le scene di vita quotidiana a rappresentare la produzione pittorica di Zonaro, non a caso annoverato tra i principali pittori orientalisti. Tra questi, tuttavia, egli si distingue per la particolare reinterpretazione, estremamente soggettiva e frutto dell’abilità nel catturare una dimensione più immediata e realistica, mai didascalica ma vicina a una commistione tra arte e documentazione.
Importante nel periodo orientale è soprattutto l’attività di Pante che, diplomata in fotografia, chiede e ottiene di realizzare un documentario fotografico dell’harem del sultano, guadagnandosi un successo che va a illuminare anche l’attività del marito fino a valergli numerosi riconoscimenti in ambito internazionale, e la direzione di una scuola di pittura per occidentali messagli a disposizione dall’ambasciata russa.

Grazie ai contatti con l’ambasciatore russo e con l’ambasciata italiana, sul finire del 1800 Zonaro entra in contatto con il sultano offrendogli la sua prima composizione ritraente una scena militare. Viene nominato pittore di corte, ottenendo la possibilità di lavorare su commissione e al contempo realizzare opere destinate al pubblico internazionale. È, questa, una fase in cui il linguaggio poetico si articola su un doppio binario: più formale per i lavori commissionati dal sultano, che gli offre inoltre l’accesso a luoghi consacrati inaccessibili al pubblico, più informale quello destinato al pubblico, con caratteri più esotici e concentrati sulle peculiarità del luogo, dalle odalische ai dervisci.
I due linguaggi vanno poi a riunirsi nell’opera L’attacco, scena della guerra greco-turca commissionata dal sultano, in cui, su richiesta di quest’ultimo, Zonaro stesso unisce l’iconografia di guerra al suo tratto più informale. Dopo il colpo di stato del 1910, il sultano viene tuttavia mandato in esilio, e Zonaro trova rifugio a Sanremo, dove morirà nel 1929.

Fausto Zonaro: valutazione quadri Milano

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