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Plinio Nomellini: formazione, opere e quotazioni

Figura fondamentale del passaggio tra la pittura realista del diciannovesimo secolo e le avanguardie novecentesche, Plinio Nomellini vanta una biografia interessante, che ha notevolmente influenzato la sua poetica. Per conoscere meglio il pittore, e per chi desidera una quotazione artista, in questo articolo ne tracceremo un breve ritratto.


Plinio Nomellini

 

Plinio Nomellini: biografia e influenze

Cresciuto in una famiglia lontana dal mondo dell’arte, Plinio Nomellini poté beneficiare del proprio talento sin dalla giovinezza quando, vinta una borsa di studio per meriti artistici, si trasferì presso l’istituto di belle arti di Firenze. È in questi anni, infatti, che l’artista ebbe occasione di entrare in contatto con esponenti della corrente macchiaiola che ne influenzeranno notevolmente le prime opere.

Negli anni dell’accademia di belle arti l’artista stringe inoltre un forte legame con il compagno di studi Giuseppe Pelizza da Volpedo, tra i più celebri artisti del suo tempo, mentre l’amicizia con artisti già affermati gli vale il supporto degli stessi, che si rivelerà determinante per la sua accettazione all’Esposizione annuale della Società delle belle arti di Firenze. Tra le opere esposte anche la celebre “il fienaiolo”, oggi conservata presso il Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno, ed esposta nel 1889 all’Esposizione Universale di Parigi.

Plinio Nomellini dalle macchie al divisionismo

Proprio ne “il fienaiolo” i critici e gli artisti contemporanei di Plinio Nomellini individuarono i prodromi di quella che sarà la sua prima mutazione artistica. L’opera, infatti, pur valorizzando l’influenza della corrente macchiaiola, evidenzia tratti che sono stati definiti come una tensione all’immediatezza dell’immagine, forma espressiva di stampo impressionista e che, negli anni, porterà l’artista ad essere riconosciuto tra i principali esponenti del nascente Divisionismo.

Al percorso artistico si affianca la crescita di una coscienza sociale. È a questo periodo che risale il dipinto “Sciopero”, presentato all’esposizione di Firenze e prima opera pittorica espressamente dedicata a una tematica politica. Il binomio tra arte e società civile accompagnerà l’artista in tutto il percorso dalla pittura di macchia al divisionismo, segnando in particolare la produzione degli anni 90 del 1800, in cui Nomellini maggiormente subisce l’influenza di Pisarro e di altri autori impressionisti. Un binomio che sfocerà nel dipinto “Caricamento a Genova”, esposto alla Prima Triennale di Milano e acquistato da Pietro Mascagni per la propria collezione privata, opera considerata precorritrice di “Il Quarto Stato”.

Come evidenziato dai critici dell’epoca, detto binomio si evidenzia soprattutto in una naturalezza dei tratti, che fa di Nomellini il pittore del dato realistico, dell’ambiente quotidiano, che si discosta dalle impostazioni accademiche per offrire uno spaccato del reale più immediato e intenso. Gli stessi critici ritrovano quella naturalezza anche nelle opere di impronta divisionista, che si caratterizzeranno per una evidente foga espressiva e per un tratto istintuale più che manieristico. Peculiarità inoltre è l’attenzione al colore, che evidenzia l’influenza asiatica, dovuta al diffondersi in Europa delle stampe orientali.

Pietro Nomellini il pittore anarchico

Il coinvolgimento nella realtà politico-sociale dell’epoca vede Nomellini arrestato, nel 1894, con l’accusa di partecipazione ad attività sovversive organizzate da un gruppo anarchico genovese. La difesa legale dell’artista venne sostenuta finanziariamente grazie a numerose iniziative diffuse da colleghi artisti.

Interessanti sotto il profilo artistico l’accusa – fare della pittura simbolica, ossia nascondere messaggi simbolici sovversivi nelle proprie opere – e la difesa dei citati colleghi, che lo dipingono come esponente dell’impressionismo artistico, individuando proprio nella sua immediatezza espressiva la chiave della sua innocenza.

Rilasciato dopo pochi mesi, entrò a far parte del Gruppo di Albaro, che riuniva i principali artisti genovesi dell’epoca, e venne definitivamente riconosciuto tra i principali esponenti del Divisionismo del suo tempo.

Plinio Nomellini: l’arte pittorica tra letteratura e poesia

Agli inizi del 900’ la poetica di Nomellini si evolve sino a raggiungere quella forma che lo accompagnerà anche nell’età matura. Significative in questo senso sono le amicizie con letterati e intellettuali suoi contemporanei, primi fra tutti Giovanni Pascoli – di cui illustrerà alcune opere -, Pietro Mascagni, Giacomo Puccini. Importante è, inoltre, l’influenza dannunziana.
In questa fase, il pittore sposta la sua attenzione dal lavoratore alla natura, concentrando la sua attenzione sul simbolismo letterario e sulla comunicazione con le altre esperienze europee, come egli stesso dimostrerà nell’allestimento della sala toscana della VI edizione della Biennale di Venezia del 1905, nonché nella ricca produzione che accompagnerà la sua attività sino alla morte, avvenuta nel 1943.

Plinio Nomellini: quotazione artista

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