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Antiquariato, modernariato, vintage e design

Termini come design, modernariato, vintage e antiquariato tendono a venire usati quasi come sinonimi, è corretto?


Quando si parla di complementi d’arredo, siano essi di grandi dimensioni o semplici “ninnoli”, termini come design, modernariato, vintage e antiquariato tendono a venire usati quasi come sinonimi, a indicare il pezzo d’arredo di valore variabile, destinato a decorare gli ambienti in ragione delle proprie peculiarità estetiche.

In realtà però, tra antiquariato, design, vintage e modernariato ci sono differenze sostanziali, ed è importante conoscerle se si vogliono fare scelte consapevoli. Per decorare la propria casa? Si, certo, ma non solo: anche per essere in grado di orientarsi nel mercato delle forniture e non correre il rischio di farsi truffare. 

Antiquariato: che cos’è?

Sono in molti ad aver ereditato dai nonni un mobile. Magari si tratta anche di un mobile particolarmente bello, oppure particolarmente bello e per di più molto originale. Possiamo definirlo un mobile vintage o di antiquariato? Possiamo dire che è un oggetto di design o è più opportuno definirlo un oggetto dal design accattivante?

Cominciamo a fare chiarezza tra questi termini che, come abbiamo detto, vengono spesso confusi nel gergo comune, partendo proprio dall’antiquariato.

Possiamo definire pezzo di antiquariato i mobili e i complementi d’arredo che hanno almeno un secolo. I pezzi di antiquariato sono spesso pezzi da collezione, o comunque dotati di notevole pregio. Si tratta ad esempio, nel caso del mobilio, di arredi realizzati artigianalmente e con legno o altri materiali di particolare qualità. 

L’antiquariato ha a sua volta una storia: si tratta, infatti, di un mercato dotato di proprie figure professionali che, per come lo conosciamo oggi, risale al 1700, quando cominciarono a prendere piede i primi esperti. Tuttavia, già gli antichi romani usavano decorare i propri ambienti collezionando opere d’arte del periodo greco classico.

Ma è sufficiente che un oggetto abbia oltre 100 anni perché lo si possa considerare antiquariato?

No, ed è anche per questo che esiste la figura dell’antiquario. Deve trattarsi di arredi, decorazioni e opere d’arte che abbiano un pregio: realizzate artigianalmente e in materiali particolari, come abbiamo già detto, o ancora con una tecnica particolare, come può accadere per gli orologi, ma anche per la porcellana decorata a mano. Più specificamente, pur trattandosi di artigianato, gli oggetti di antiquariato devono – almeno tendenzialmente – essere già nati come oggetti di valore.

Parliamo di modernariato

Anche il modernariato, come l’antiquariato, si identifica con un dato storico. In questo caso non deve trattarsi di un oggetto che abbia più di 100 anni bensì che sia stato prodotto dopo la Seconda guerra mondiale. Il modernariato non deve necessariamente essere prodotto artigianalmente, né è richiesto che sia di pregio o di design, ossia ideato da un designer conosciuto. Esempi di oggetti di modernariato che hanno riscosso particolare successo negli anni più recenti sono i tavoli in formica comunemente utilizzati negli anni 50 e le poltroncine – sia in legno che in velluto – dei cinema.

E il vintage?

Veniamo all’ultima delle denominazioni che muovono da un dato temporale. È, infatti, vintage, l’oggetto che abbia oltre 20 anni. Vintage è inoltre un aggettivo che potremmo definire a carattere generale, nel senso che possiamo chiamare vintage, e la definizione sarebbe tutt’altro che errata, quei mobili e quei complementi d’arredo che abbiano oltre un secolo ma non siano dotati di particolare valore storico o artistico. Un esempio? Le bilance e le madie degli antichi speziali. Oggetti di uso comune realizzati in legno, marmo e pietra di qualità, ma il cui pregio non è tale da poterli definire antiquariato.

Il design e gli arredi del 900

Parliamo ora di design. Agli inizi del 1900, la rivoluzione industriale inglese genera una spinta di ribellione sulla scena artistica, che dà vita al movimento Arts and Crafts. Di cosa si tratta? Di una corrente artistica che decide di riformare le arti applicate – quelle che noi tendiamo a chiamare artigianato -, unendo elementi creativi come l’originalità e l’estetica, alla funzionalità d’uso e alla produzione industriale. 

Nascono così i designer, ossia gli artisti che mettono la loro creatività al servizio degli oggetti di uso comune. Design, quindi, non è un termine che identifica l’epoca di un oggetto – anche se ha un preciso momento di inizio -, potendosi considerare di design gli articoli da cucina di Alessi prodotti per la stagione corrente, così come la bicicletta Graziella Carnielli, uno dei cui esemplari è esposto al museo del design presso la Triennale di Milano. Ce lo dimostra anche il fatto che alcuni tra i designer italiani più famosi sono quasi identificati come un brand: Cassina, Borsani, Giò Ponti.

Conoscere per saper dare il giusto valore agli oggetti

La distinzione tra design e antiquariato, ma soprattutto tra questi e il mondo del vintage e del modernariato, può avere un certo peso nella stima del valore (e quindi del prezzo) di un oggetto. Per questo è importante imparare a fare delle distinzioni. È da precisarsi, però, che alla determinazione del valore concorrono anche altri fattori, inclusa la richiesta del mercato e la disponibilità di pezzi. 

Tuttavia, conoscere la differenza tra queste quattro denominazioni è assolutamente un ottimo punto di partenza sia per compiere scelte ragionate quando si decide, ad esempio, di cominciare una collezione, sia quando per ragioni di acquisto o di vendita ci si relaziona con operatori del mercato.

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