Antonio Calderara, tra Milano e Vacciago di Ameno, per una originale ricerca artistica

Pittore lombardo, Antonio Calderara nasce ad Abbiategrasso, vicino a Milano, il 28 ottobre del 1903 e segue la sua vocazione alla pittura come autodidatta, anche dopo aver iniziato, e abbandonato, gli studi di ingegneria presso il Politecnico di Milano.

La biografia di Antonio Calderara si dispiega tra Milano, la città in cui cui passerà parte della sua vita in periodi diversi, e il lago d’Orta che, da luogo di villeggiatura estiva e di residenza della famiglia d’origine, diventerà nel tempo luogo d’elezione per la ricerca artistica, con la scelta maturata nel tempo di vivere a Vacciago, una frazione di Ameno, sulla sponda orientale.

Dopo una prima mostra personale nel 1923 proprio a Vacciago, nel 1929 Calderara partecipa per la prima volta ad una mostra a Milano: si tratta della collettiva “Il Naviglio di Milano” organizzata presso il Palazzo della Permanente, in occasione della imminente copertura dei Navigli.

In questi anni e fino alla seconda metà degli anni Cinquanta le opere di Antonio Calderara sono figurative e accolgono l’incontro con il movimento artistico milanese Novecento (tra cui Mario Sironi e altri artisti che gravitano attorno alla Galleria Pesaro) e con Giorgio Morandi – soprattutto per quanto riguarda le tematiche quotidiane e le ambientazioni architettoniche – e con l’attitudine all’uso del colore e della luce dei divisionisti come Gaetano Previati e Giuseppe Pellizza da Volpedo, oltre a Georges Seurat.

Nel 1954 l’incontro con la ricerca artistica di Piet Mondrian segna profondamente il percorso di Calderara e negli anni successivi il pittore si concentra sullo studio della luce con opere in cui la scena diventa sempre più chiara e piatta fino a scomparire e a trasfigurarsi in una produzione di soggetti astratti e lineari che indagano luce e colore, alla ricerca dell’essenza del gesto artistico.

Calderara a Vacciago, sul lago d’Orta: la Fondazione

Nel 1932 Antonio Calderara incontra la futura moglie Carmela con cui l’artista avrà anche una figlia, Gabriella, che morirà in tenera età. La coppia, alla fine degli anni Trenta si trasferisce a Vacciago in una dimora rinascimentale dove vivranno quasi stabilmente per tutta la vita e accoglieranno le opere degli amici-artisti che frequentano la casa e i luoghi di questo artista così particolare.

Oggi nella villa del Calderara ha sede la casa-museo Fondazione Antonio e Carmela Calderara in cui – per alcuni mesi ogni anno – è possibile visitare la collezione dell’artista, ovvero “La storia di Antonio Calderara e una scelta di artisti contemporanei suoi amici”, che si compone di più di 300 opere di 133 artisti internazionali legati al Calderara e da quasi una sessantina di sue opere.

All’interno della Fondazione, oltre alla collezione permanente di Calderara, è possibile visitare anche mostre temporanee o partecipare a laboratori per bambini, workshop ed eventi musicali.

Galleria Biffanti e Antonio Calderara

La nostra Galleria ha trattato nell’ultimo anno  due quadri di Antonio Calderara nell’ambito delle attività di quotazione e valutazione di opere (anche in base alle aggiudicazioni d’asta più recenti) e di intermediazione: Interno con figure del 1930, con dedica al Giornale dell’Arte, e il piccolo olio – poco più di 17x13cm – Donna che cuce del 1951 che è appartenuto alla Galleria Schettini.

"Donna che cuce" opera di Antonio Calderara
Entrambi i quadri, relativi al Calderara figurativo, rappresentano una scena casalinga di vita quotidiana con linee definite, una impostazione rigorosa e peculiare dei volumi e un uso sapiente e d’impatto della luce, ma in Donna che cuce sono le armonie dei colori a dare movimento e a fare emozionare nella contemplazione di un gesto comune, nella geometria precisa della composizione e nei dettagli trasfigurati e dipinti con piccoli colpi di pennello.

Le mostre più recenti

Tra le esposizioni più recenti dedicate alla ricerca artistica di Antonio Calderara ricordiamo la mostra presso l’Università Bocconi a Milano, nel 2015, in cui è stato possibile ammirare quattordici opere del periodo astratto, dalle opere di transizione, in cui la profondità di campo si fa sempre meno accentuata, alla astrazione più decisa, seguendo il percorso dell’artista dal 1958 al 1978, anno della sua morte.

A cavallo tra il 2016 e l’inizio del 2017 il Museo d’arte della Svizzera Italiana, a Lugano, ha proposto “Antonio Calderara. Una luce senza ombre” una importante retrospettiva che ha raccolto quasi 200 opere per documentare la ricerca artistica del pittore lombardo, infine, sempre nel 2017 si è conclusa il 1 maggio una mostra dedicata a Calderara nel Canton Zurigo, in Svizzera, a Winterthur, presso il Kunstmuseun Winterthur.

 

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