Dietro le quinte della galleria: passione, dedizione, conoscenza del mercato e amore per l’arte

Figlio d’arte, Alessandro Biffanti gestisce la sua galleria d’arte ormai da diversi anni ed ha imparato il mestiere anche grazie all’incontro con i professionisti che frequentavano la galleria di famiglia.

L’arte è quindi nel suo DNA e quotidianamente si occupa della valutazione e della compravendita di opere d’arte: gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscere più in profondità il professionista e l’appassionato d’arte che anima la Galleria Biffanti a Milano.

Qual è la routine nella Galleria Biffanti?

Riceviamo periodicamente numerose richieste di valutazione di opere d’arte (quadri, sculture, oggetti…) via email o via Whatsapp e facciamo tutto il possibile per rispondere ad ogni proposta anche quando si tratta di opere d’arte di periodi che non trattiamo o che non hanno valore di mercato. Tra tutti questi messaggi scegliamo quelli che ci sembrano interessanti per il nostro mercato e prendiamo contatto con il cliente.

Il fondamentale passo successivo è prendere visione dal vero dell’opera, questo può accadere sia presso la nostra galleria o sia nel contesto dove esse essa è ubicata. Questo è il momento più affascinante ed emozionante: il sopralluogo per fare appunto le valutazioni e gli inventari. Dopo aver visto il quadro, la scultura o l’oggetto forniamo una nostra stima dell’opera d’arte nella speranza che soddisfi le aspettative del cliente e se il riscontro è positivo la acquistiamo.

La ricerca di opere interessanti per la galleria non si limita alle proposte dei collezionisti privati, ma cerchiamo con passione anche presso altre gallerie o antiquari o presso collezionisti che già conosciamo e sappiamo essere orientati ad un particolare autore o periodo o tipologia di opere.

Il tempo che resta lo passiamo tra restauratori, corniciai e… sovrintendenze, per chiedere i permessi di esportazione delle opere.

Parliamo di te, Alessandro, che studi hai fatto e come hai imperato questo mestiere?

Ho fatto studi classici, ma durante l’università già lavoravo nella galleria di famiglia, un periodo prezioso che mi ha permesso di imparare questo lavoro grazie persone già esperte che le frequentavano. Devo molto a quegli anni perché questo mestiere si impara soprattutto sul campo, oltre che sui libri… ci vogliono molto impegno e attenzione perché le possibilità di sbagliare sono sempre dietro l’angolo.

Quale opera sogni per la tua galleria?

Purtroppo nel mio museo immaginario ci sono opere che hanno scarse possibilità di essere presenti nella mia galleria, anche se c’è ancora tanta strada da fare e tutto può succedere!

Mi piacerebbe – e mi impegno quotidianamente affinché questo possa accadere – che le opere che tratta la galleria non rispecchiassero solamente un gusto legato ad un solo periodo storico, ma che definissero un concetto di bellezza senza tempo.

Ogni gallerista ha un artista o un movimento a cui si sente più legato, qual è il tuo?

Penso di essere un po’ all’antica per quanto riguarda i miei gusti personali in fatto di arte.

Intendo dire che mi sento più legato alle arti figurative rispetto all’astrattismo o all’informale: in particolare mi affascinano tutti i movimenti e le avanguardie del XX secolo, uno su tutti il Realismo Magico, per cui tra i miei artisti preferiti ci sono sicuramente Felice Casorati, Cagnaccio di San Pietro e Antonio Donghi.

galleria alessandro Biffanti copia

Pittura e scultura, quale tra queste due modalità di espressione artistica preferisci?

La scultura – che spesso viene posta in secondo piano rispetto alla pittura – mi affascina di più.
Le opere scultoree, oltre ad essere meno frequenti, credo che necessitino di una sensibilità maggiore per essere apprezzate e comprese e quindi anche di uno sforzo dell’intelletto più impegnativo per approcciarsi ad essere.

Qual è il tuo museo o luogo d’arte preferito?

Senza esitazione… la mia Galleria che è un luogo vivo, in cui le opere sono sempre in costante e imprevedibile cambiamento!

Quale consiglio vorresti dare a chi sta valutando di vendere un’opera d’arte che ha in casa?

A volte acquisto opere da persone completamente indifferenti all’arte e disinformate su quello che stanno vendendo.
Io personalmente invece ogni volta che vendo un’opera provo sempre almeno una leggera sofferenza.

Mi piacerebbe che chiunque decida di vendere un quadro o una scultura si informasse non solo sul valore di mercato ma prima ancora sull’artista che li ha creati, sia per rispetto nei confronti di chi le ha realizzati, ma anche per non perdere l’occasione di affacciarsi ad un mondo che da lontano potrebbe sembrare complesso o inaccessibile, ma che in realtà non lo è se ci si affida a persone appassionate e competenti.

Quale consiglio daresti invece a chi volesse acquistare un’opera d’arte?

Ovviamente frequentare le mostre d’arte pubbliche e private, sfogliare cataloghi e documentarsi per avere una panoramica di quello che offre il mercato e per cercare di capire con che tipo di artista o movimento ci si possa sentire in sintonia.

Per quanto riguarda l’acquisto di un’opera d’arte vanno però evitati gesti impulsivi , se non supportati da grande competenza in merito ai propri oggetti del desiderio.

Qual è la più grande soddisfazione per chi lavora in una Galleria d’arte?

Per me, come per tutti coloro che lavorano nel commercio di quadri e opere d’arte, la soddisfazione più grande è un privilegio che viviamo nella nostra quotidianità: abbiamo spesso l’opportunità di riscoprire qualcosa che è stato dimenticato per lungo tempo, magari custodito gelosamente in qualche collezione privata, di riportarlo alla luce, documentarlo e valorizzarlo per poi infine potergli dare una nuova “casa” in cui verrà nuovamente amato.

L’arte è bellezza, idea, immaginazione, narrazione, sogno e molto altro. Immaginiamo di poter vivere in un’opera d’arte, tu dove vorresti essere?

Sorseggerei volentieri un caffè nell’atmosfera unica di una “Piazza d’Italia” di Giorgio De Chirico.

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