GAM Milano: una breve guida per la visita alla mostra “100 anni: scultura a Milano 1815-1915”

La Galleria di Arte Moderna di Milano ha la scultura nel DNA: il nucleo del museo nasce con la donazione Marchesi Fogliani al Comune di Milano del 1862, costituita da centinaia di preziose opere scultoree appartenenti allo studio dell’artista lombardo Pompeo Marchesi. Negli ultimi anni la Galleria d’Arte Moderna di via Palestro a Milano ha proposto mostre dedicate a grandi artisti come Alberto Giacometti, Medardo Rosso e Adolfo Wildt e ha dato la possibilità di vedere le opere conservate nei sotterranei per permettere ora, dopo una importante attività di restauro, di ammirare in mostra – fino al 3 dicembre 2017 – più di novanta sculture (di cui circa una sessantina esposte per la prima volta) in un percorso dedicato al primo piano della Villa Reale che prosegue idealmente negli altri spazi della villa.

La mostra

La mostra alla GAM Milano si apre con opere neoclassiche, ma di un neoclassicismo già contaminato con l’anima dell’800 e che ha fatto propri i temi biblici, oltre a quelli mitologici: tra le sculture in gesso spiccano la Maddalena di Pompeo Marchesi, La creazione di Adamo di Giuseppe Bayer e Il ritorno del figliol prodigo di Angelo Biella.
La seconda sezione di opere della GAM di Milano è dedicata a sculture ispirate da temi letterari, in pieno spirito ottocentesco. I soggetti sono tratti dalla letteratura medievale e moderna, come Renzo Tramaglino e Lucia Mondella di Alessandro Rossi e Faust e Margherita (Il bacio) di Antonio Tantardini, ma si trasfigurano anche nella rappresentazione dell’attualità politica e nell’espressione di slanci e sentimenti.
La preghiera del mattino di Vincenzo Vela e il gesso de Il sonno dell’innocenza di Giosuè Argenti sono collocati nella sezione dedicata ai grandi eventi in cui gli artisti avevano l’occasione di presentare le proprie opere.
Un ruolo determinante per la diffusione delle opere scultoree infatti era detenuto dalle mostre annuali dell’Accademia di Brera a Milano, ma molto importanti sono state anche le grandi esposizioni universali, come la prima Great Exhibition che si svolse nel 1851 a Londra o le cinque di Parigi alla fine del XIX secolo.
Durante queste manifestazioni ampio spazio venne dedicato all’arte e le opere vennero recensite e promosse in tutto il mondo, così alla tradizionale committenza aristocratica si affiancò la ricca borghesia influenzando anche le tematiche delle opere che nella affermata e apprezzata “Scuola di Milano” si avvicinano al quotidiano.

Dopo l’Unità di Italia gli artisti, tra cui Francesco Barzaghi, Vincenzo Vela, Giovanni Spertini e Giuseppe Grandi, celebrarono con le loro opere gli eroi e le personalità che avevano contribuito al sogno italiano come Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi e politici come Cavour e Giuseppe Garibaldi realizzando numerosi monumenti in tutta Italia di cui sono esposti – nella sezione dedicata – i bozzetti.
Ancora oggi fa parte dello scenario della vita quotidiana meneghina il monumento di Giuseppe Grandi alle Cinque Giornate di Milano, collocato nella omonima piazza, a pochi passi dalla nostra galleria di cui possiamo ammirare in mostra il gesso de Il dolore.

Nella seconda metà dell’Ottocento emerse però anche una generazione di artisti che si concentrò su nuove declinazioni della forma, in cui il tratto e i chiaroscuri acquistano una valenza determinante, come in alcune opere di Giuseppe Grandi (nella quinta sezione della mostra anche alcuni bronzi come Pleureuse, un acquisto del 1931 dalla signora Eugenia Dalcò vedova Conconi), nella morbida eleganza del verbanese Paolo Troubetzkoy (rappresentato anche da due bellissimi bronzi Lev Tolstoj a cavallo e Il brumista) e naturalmente nei lavori di Medardo Rosso.

Negli ultimi anni del XIX secolo la scultura si fece voce narrante della vita quotidiana per rappresentare gli aspetti della società civile come il lavoro, le ingiustizie e allo stesso tempo accogliendo il mistero del simbolismo per rappresentare, in particolare nelle opere del Cimitero Monumentale di Milano, temi esoterici e di natura spirituale e preparando così il terreno alla ricerca artistica del milanese Adolfo Wildt di cui la GAM di Milano conserva alcune opere.

La Galleria di Arte Moderna di Milano

Questa mostra rappresenta una importante occasione per approfondire la scultura milanese tra il 1815 e il 1915 nella splendida cornice di Villa Belgiojoso, realizzata alla fine del Settecento e progettata da Leopoldo Pollack, dove da poco è stata inaugurata anche la caffetteria della GAM Milano: il Lù Bar, un ambiente luminoso, suggestivo e raffinato, con al centro un bassorilievo di marmo di Bertel Thorvaldsen.

Il sito della GAM Milano, per informazioni e orari.

 

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