Pittore veneto, Natalino Bentivoglio Scarpa, noto come Cagnaccio di San Pietro, nasce a Desenzano del Garda il14 gennaio 1897, ma si trasferisce bambino nella laguna di Venezia, a San Pietro in Volta, nell’isola di Pellestrina.
Venezia è il luogo centrale della vicenda umana e artistica del pittore Cagnaccio di San Pietro, un’artista difficilmente riconducibile a una corrente o a un movimento a causa di una ricerca personale molto particolare che lo ha portato ad aderire ad Futurismo per poi allontanarsene per tornare ad una maggiore aderenza alla realtà, avvicinandosi ai canoni della Nuova Oggettività e del Novecento, senza tuttavia prendere parte ai movimenti.
Cagnaccio di San Pietro è stato allievo di Ettore Tito presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e nel 1919 ha partecipato ad una mostra a Ca’ Pesaro, esponendo due opere di impronta futurista.
La cifra stilistica di Cagnaccio di San Pietro, originale e peculiare, è riconducibile al Realismo Magico, una attitudine artistica , più che una vera e propria corrente – a cui appartengono anche Antonio Donghi e Felice Casorati. Il Realismo Magico è una rielaborazione della realtà, dettagliata e verosimile, che affonda nella classicità traslandola tuttavia in una atmosfera sospesa, straniante che va oltre la realtà stessa. La ricerca di Cagnaccio di San Pietro va anche nella direzione della critica sociale e politica.
Molti aspetti colpiscono nello stile di Cagnaccio di San Pietro, primo fra tutti l’intensità degli sguardi, quasi interlocutori, che coinvolgono l’osservatore, facendo percepire stati d’animo e atmosfere. Ma anche l’attenzione al dettaglio, l’uso del colore, la scelta di soggetti del popolo, di scene della vita quotidiana, come le vite dei pescatori.
Cagnaccio di San Pietro a causa di problemi fisici che lo porteranno ad una una morte prematura, è stato costretto a soggiorni in ospedale, un ambiente che ispirerà alcune sue opere in cui scandaglierà la sofferenza, con sguardo compassionevole, in una tensione mistica e morale che diventerà sempre più evidente nella sua produzione.
Galleria Biffanti e Cagnaccio di San Pietro
Nell’ambito delle attività di quotazione e valutazione di opere (anche in base alle aggiudicazioni d’asta più recenti) e di intermediazione la Galleria Biffanti ha trattato un’opera di Cagnaccio di San Pietro: una figura di pescatore dai bellissimi colori realizzata nel 1926, in cui si riflettono i ricordi della vita sull’isola di Pellestrina o a Venezia.
L’opera è il ritratto di un uomo pensieroso, dallo sguardo rivolto verso un luogo lontano sia questo fisico o interiore; lo stato d’animo del pescatore viene trasmesso a chi osserva il ritratto, così come l’atmosfera che lo avvolge, grazie anche alla definizione meticolosa dei dettagli, della luce del sole che inonda l’azzurro cristallino del mare.
L’opera fa ora parte di una importante collezione ed è un esempio dell’interesse che estimatori e collezionisti ripongono nella produzione di questo artista, acquistando le sue opere e richiedendone quotazioni e valutazioni.
Le mostre più recenti
Nel 2015, la galleria internazionale di arte moderna Ca’ Pesaro, a Venezia, ha dedicato una importante mostra a Cagnaccio di San Pietro, focalizzando l’attenzione anche sulle affinità con la Nuova oggettività, la corrente tedesca della Neue Sachlichkeit.
Tra le mostre più importanti ricordiamo la retrospettiva dedicata a Cagnaccio di San Pietro del Museo Correr a Venezia e la mostra nel 1971 a Milano, presso la galleria del Levante, la prima retrospettiva dedicata al pittore veneto.
Nel 1997 sarà la galleria di Palazzo Martinengo a Brescia a festeggiare il centenario della nascita del pittore con la mostra “Cagnaccio di San Pietro. La magia dello sguardo”.
Oggi, tra i tanti luoghi dove sono esposti i quadri dell’artista, ricordiamo la Galleria Nazionale di arte moderna GNAM di Roma che nelle collezioni, il cui allestimento è stato di recente rinnovato, ospita la celebre opera “La ragazza e lo specchio”, uno fra i magici sguardi di Cagnaccio di San Pietro.